La terapia della gestalt è un modo di occuparsi di un altro essere umano per dargli la possibilità di essere se stesso (Kierkegaard).
Emozioni: il linguaggio dell'organismo
Il nostro approccio si basa su varie teorie in quanto crediamo nell’integrazione degli strumenti come formula funzionale nell’aiuto di una persona o gruppo che vive una situazione di disagio o di malessere. Un ruolo centrale avranno le emozioni con la loro forza adattiva e trasformativa.
Lo Psicodramma Analitico
Lo Psicodramma è una tecnica, un metodo e un modello di psicoterapia di gruppo, basata sulla drammatizzazione anziché sulla parola, ideata nel 1921 dallo psichiatra e psicologo J. L. Moreno. Etimologicamente rimanda al concetto di dramma, azione, compimento, e affonda le sue origini nelle più antiche ritualità primitive. Mettere al centro dell’attenzione il “dramma” vuol dire concentrarsi sul peso dell’azione nella trasformazione delle dinamiche al di là dell’interpretazione verbale. La drammatizzazione diviene un mezzo attivo che permette di ricreare e di esternare bisogni, sentimenti, emozioni, conflitti di ruolo, senza gli ostacoli che la vita reale impone e di sperimentare nuovi modi di essere, di viversi e di esprimersi. Attraverso la messa in atto sulla scena, il soggetto può sperimentare le diverse dimensioni della propria vita per stabilire collegamenti costruttivi fra di esse. Lo Psicodramma facilita così, grazie alla rappresentazione scenica, lo stabilirsi di un intreccio più armonico tra le esigenze intrapsichiche e le richieste della realtà, e porta alla riscoperta e alla valorizzazione della propria spontaneità e creatività. A differenza di altre tecniche terapeutiche, che usano come strumento privilegiato la parola – lo scambio verbale tra terapeuta e paziente – lo Psicodramma si basa sulla drammatizzazione della propria storia passata e presente, dei propri sogni e delle proprie fantasie. L’azione scenica e l’assunzione di diversi ruoli sono in grado di liberare la spontaneità e la creatività dell’individuo, costretta in ruoli sociali rigidi e cristallizzati, e di facilitare l’espressione più libera possibile di idee ed emozioni, mettendo fuori gioco i condizionamenti sociali e razionali. Questo approccio si discosta in parte dal modello moreniano, perché cerca di coniugare in un’unica teoria aspetti della Psicologia analitica, dei gruppi e dello Psicodramma. È allo stesso tempo una tecnica, un metodo e un modello di psicoterapia gruppale, nasce e si sviluppa come tentativo di coniugare lo Psicodramma classico moreniano con la psicologia psicanalitica.
La teoria psicoanalitica è una teoria dell'inconscio: nell'indagine dell'attività umana essa si rivolge soprattutto a quei fenomeni psichici che risiedono al di fuori della sfera della coscienza. Viene perciò attivato il concetto di inconscio, introdotto nella riflessione teoretica già da Cartesio, Locke e Leibniz,e e che Freud fece da un punto di vista descrittivo e topico sulla base delle sue esperienze con Jean-Martin Charcot.
In secondo luogo dalla psicoanalisi nasce una disciplina ed una prassi psicoterapeutica nota come psicoterapia psicodinamica: nello specifico, come cura dei disturbi, dei fenomeni psicopatologici chiamati nevrosi, neurosi o psiconevrosi. In seguito, il suo uso è stato esteso allo studio e trattamento di altri tipi di psicopatologie.
Mentre nello Psicodramma classico è fondante il mito della catarsi ritenuta di per sé terapeutica, considerata liberatoria e quindi fonte di cambiamento, nello Psicodramma analitico si associa all’effetto catartico della rappresentazione, insito nell’atto del drammatizzare, l’analisi dei vissuti del paziente. L’obiettivo è quello di presentificare nel qui ed ora dell’azione, parti interne del soggetto per renderle visibili, parlabili per così cominciare un percorso trasformativo e di cura.
La teoria della Gestalt
La teoria della gestalt e ha come propria finalità il processo di crescita dell'individuo attraverso l'avanzamento della consapevolezza del soggetto e il ripristino della naturale equilibrio tra individuo e ambiente.
Il terapeuta e il counselor gestaltico devono condurre il cliente ad essere consapevole di chi è, integrando i comportamenti messi in atto e il processo decisionale che sta a monte e favorendo il mutare di schemi ripetitivi ed insoddisfacenti che impediscono alla persona una visione realistica e ampia delle proprie possibilità di scelta. Per raggiungere tale scopo, il terapeuta e il counselor gestaltico attribuiscono particolare valore alle emozioni considerate come "il linguaggio stesso dell'organismo" (Perls).
La gestalt porta alla graduale appropriazione delle parti scisse attraverso un percorso esperienziale finalizzato a rendere il soggetto attore protagonista della propria esistenza ed evitando fenomeni dispercettivi di vario genere.
E' proprio attraverso la stagnazione delle emozioni non riconosciute, infatti, che subentra l'angoscia in quanto energia trattenuta e non espressa, con il conseguente allontanamento da noi stessi e l'inevitabile passaggio dall'autoregolazione all'autocontrollo.
La psicoterapia della gestalt si sviluppa grazie alla particolare e pittoresca figura di Fritz Perls agli inizi degli anni 50 del secolo scorso. Nato a Berlino nel luglio del 1893, Perls si laurea nel 1921 e nel 1926 inizia la prima analisi personale. Importanti saranno, in questo momento della sua vita, gli incontri con Karen Horney, Lora Polsner e con Clara Happel, le quali porteranno Perls a decidere che la psicoanalisi sarà il suo futuro. Nel 1930, Perls incontra W. Reich con il quale intraprende una nuova analisi ed impara a conoscerne la figura attiva e aperta che grande influenza avrà sulla evoluzione della propria formazione. In seguito alle persecuzioni naziste, emigra inizialmente in Sud Africa e successivamente si trasferisce negli Stati Uniti, dove fonda il Gestalt Institute of New York. Nel 1952 viene pubblicato La terapia della gestalt: eccitamento ed accrescimento nella personalità umana a firma di Perls, Hefferline e Goodman. Il volume sarà il testo cardine della terapia gestaltica, sia per gli aspetti teorici che metodologici.
Tra il 1952 e il 1954 iniziano a fiorire i primi istituti di Gestalt, mentre Perls, assecondando il proprio stile libertario, esce dagli ambienti professionali tradizionalisti ed inizia un lento peregrinare per gli Stati Uniti, integrando attività didattica con nuovi stimoli. Conosce e frequenta la scuola di Moreno e lo psicodramma e inizia a lavorare sul vissuto e a ricercare un contatto più autentico con il paziente, sviluppando il qui ed ora.
Tra il '59 e il '68 Perls lavora con A. Huxley, A. Watts e in seguito con A. Maslow e Paul Tillich. Incontra Ida Rolf e la sua tecnica di massaggio profondo e perfeziona la tecnica della sedia che scotta.
Alle sedute partecipa un pubblico di professionisti che filma e registra la modalità e l'inventiva che caratterizza il lavoro di Perls, in seguito raccolto in un volume dal particolare nome "In and out of the garbage pail".
Perls muore il 14 maggio del 1970, lasciando ai suoi stretti collaboratori, tra cui C. Naranjo, J. Dawning e I. Blumberg, il compito di diffondere la terapia della gestalt e la sua trama concettuale all'interno di una metodologia
Lo Psicodramma analitico, La Gestalt e le integrazioni con altri indirizzi
Nel lavoro gestaltico e psicodinamico l'integrazione con altri indirizzi è generalmente considerato un arricchimento e uno stimolo. L'integrazione, utilizzata con coscienza e armonia, determina un percorso unico e maggiormente idoneo al singolo cliente, alle caratteristiche personali di ognuno e ad una maggiore corretta lettura della richiesta di cambiamento della persona.
Tra le integrazioni da noi utilizzate, menzioniamo l'Analisi Transazionale di E. Berne, per il lavoro sull'io nei tre stati di genitore, adulto e bambino e per il lavoro in gruppo. Nel lavoro corporeo, in particolare di derivazione reichiana la Bioenergetica di A. Lowen, e la Vegetoterapia, come arricchimento delle possibilità di intervento su blocchi energetici, emozionali e di comunicazione non verbale.